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Le gare : opportunità per il Karateka!

Settembre, il momento della ripresa delle attività e di preparazione alle prime competizioni che inaugurano la nuova stagione atletica.

E con ancora nella mente le emozioni delle olimpiadi vogliamo raccontarvi quanto è importante per un allievo partecipare alle competizioni non solo come opportunità di crescita come sportivo ma anche di crescita personale.

Gli allievi di karate, di qualsiasi età, traggono grandi benefici dalle competizioni sportive.

Possono fornire preziose informazioni sui propri punti di forza e di debolezza, sia in termine di abilità di karate che di capacità di esibirsi sotto pressione in un ambiente competitivo. Queste informazioni possono inculcare una motivazione inestimabile per migliorare le proprie abilità e ottenere risultati eccellenti nelle competizioni future.

La maggior parte degli psicologi raccomandano di utilizzare le opportunità di competere in un ambiente sicuro, poiché è un modo eccellente di comprendere le proprie paure interiori e apprendere metodi appropriati per padroneggiare l’autocontrollo.

Le competizioni favoriscono la costruzione della propria autostima, con l’opportunità di mostrare le proprie abilità e conoscenze. Inoltre costituiscono una preziosa motivazione per raggiungere un obiettivo a breve termine: non è un caso che nelle settimane precedenti una competizione gli allievi fanno enormi progressi nel loro allenamento.

Se l’allievo prende sul serio il karate e vuole concentrarsi sull’agonismo, ha senso focalizzarsi su competizioni di karate organizzate professionalmente e che si basano sul regolamento della F.I.J.L.K.A.M. e della W.K.F.

Prepararsi alle competizioni

Per chi ci segue sui social avrà notato che questo per noi è un momento in cui non ci rilassiamo ma pensiamo già alle competizioni che dovranno venire. La fase di preparazione alle competizioni è una fase dura ma importantissima per allenare i fattori che consentono ad un atleta di competere al meglio.

I fattori:

  • Tecnica corretta e un buon allineamento corporeo in modo da imprimere la giusta potenza;
  • Capacità biomotorie sviluppate in modo adeguato ed omogeneo: forza, velocità, resistenza coordinazione e flessibilità con le annesse combinazioni: potenza, agilità, mobilità ed i vari gradi di forza, resistenza e velocità;
  • Condizioni psicologiche: spirito combattivo, motivazione a breve/lungo termine, aggressività, voglia di allenarsi duramente, voglia di vincere, recupero da battute d’arresto e delusioni ecc.;
  • Tattica e strategia: offensiva, difensiva, d’incontro, difendendo il centro del tatami, usando il bordo del tatami per evitare ed eludere l’avversario ecc.;
  • Sostenibilità: recupero corretto, sonno, assenza di infortuni, motivazione a lungo termine, ecc.
  • Ambiente: supporto della famiglia, amici, allenatore, compagni di squadra, stile di vita equilibrato;
  • Nutrizione: cibo equilibrato e pulito;
  • Regolamenti di Gara di Competenza dell’Atleta: conoscenza delle regole e regolamenti, conoscenza di base dell’arbitraggio e delle procedure arbitrali, comprendere il comportamento formale ma anche strategico sul tatami.

Competizioni per tutti, dai più piccoli ai più grandi.

Le competizioni agonistiche sono per atleti dai 12 anni in su e come già accennato in precedenza sono o Kata o Kumite.

Per i più piccoli, dai 5 agli 11 anni la competizione è un fattore multiplo che ha diversi scopi primo tra tutti il divertimento!

I pre-agonisti, divisi in tre scaglioni a seconda della fascia d’età, si cimentano in diverse prove che  hanno sia carattere generale, ossia volto ad implementare le capacità coordinative e la multilateralità, che carattere tecnico offrendo quella specificità della disciplina che praticano, ed a seconda dello scaglione d’appartenenza la difficoltà avrà un coefficiente maggiore.

Vediamo un po’ nel dettaglio le prove dei nostri piccoli karateka:

– al centro di tutto c’è un percorso ginnico a tempo strutturato in modo da implementare gli schemi motori di base. In particolare i nostri ragazzi troveranno un susseguirsi di elementi che li porteranno ad effettuare capovolte, salti, slalom, quadrupedie, scatti, ecc

– la parte specifica invece si articola in diverse prove che coinvolgono i pre-agonisti sia nel kumite che nel kata. Troviamo un bersaglio fisso dove l’allievo mostrerà il proprio bagaglio tecnico e lo spirito combattivo cimentandosi in un combattimento; un’altra postazione dove si eseguiranno dei kata codificati o di libera composizione con la possibilità di eseguirne anche il bunkai (applicazione); oltre ad altre due postazioni dove si potrà eseguire un combattimento con un compagno della stessa società e/o un kata con un brano musicale.

Insomma c’è veramente l’imbarazzo della scelta!!!

Oltre la preparazione fisica : connessione INSEGNANTE TECNICO – ALLIEVO – GENITORE

Il triangolo formato da genitore-allievo-insegnante svolge un ruolo fondamentale, è un triangolo equilatero in cui il ruolo di ciascuno ha la stessa importanza ed è interconnesso. 

I genitori sono i primi insegnanti dei bambini e forniscono lezioni di vita, forniscono il giusto tipo di ambiente che ritengono adatto ai loro figli affidandoli ai loro secondi insegnanti, sia scolastici che sportivi. Ma il ruolo dei genitori non si ferma, infatti l’interazione regolare con gli insegnanti aiuterà il bambino a crescere e lo aiuterà a diventare un individuo completo.


Vi lasciamo di seguito il decalogo per la migliore interconnessione tra i vertici di questo triangolo:

– Fai sapere agli insegnanti che come genitore sei coinvolto nell’educazione e nell’attività di tuo figlio;

– Un insegnante dovrebbe comunicare regolarmente con il genitore. Se un insegnante nota problemi comportamentali o problemi posturali, dovrebbe informarne immediatamente il genitore. Mantenere una comunicazione sana con i genitori fin dall’inizio consente anche un buon legame con il bambino;

– Comunicare con gli allievi in un modo che li aiuterà a sentirsi a proprio agio facendogli condividere liberamente i loro pensieri e idee. Identificare gli allievi timidi e introversi e coinvolgerli in una sana discussione;

– In qualità di insegnante puoi spiegare le cose, ma dovresti lasciare spazio agli allievi più grandi per analizzare e risolvere i problemi da soli. Chiedi loro di risolvere il problema da soli prima di farsi aiutare da te;

– Dai ai tuoi allievi obiettivi specifici. Lascia che lavorino per raggiungerlo anche se è difficile per loro. Motiva i tuoi allievi in modo che possano spingersi a raggiungere i loro obiettivi;

– Identificare le abilità: non tutti gli allievi sono uguali. Alcuni potrebbero essere portati per il kata ed altri nel kumite o possedere delle abilità specifiche di altri sport e quindi indirizzarli. Come insegnante occorre identificare le abilità specifiche di tutti gli allievi e aiutarli a eccellere in quelle abilità;

– Una domanda molto semplice che poniamo ai nostri figli nel momento in cui li vediamo a fine lezione è ‘Cosa hai fatto in palestra oggi?’ Potresti ricevere risposte come “Niente, abbiamo solo giocato” oppure “Niente, ci siamo allenati”. Se vogliamo delle risposte concrete, le domande dovrebbero essere inquadrate in modo più interessante. Ad esempio, puoi chiedere di mostrarti le tecniche o gli esercizi appresi, cosa si è fatto con gli amici e qual è stata la reazione dell’insegnante. Per i più grandi, devi adottare una strategia diversa come discutere della tua giornata di lavoro e poi chiedere della sua attività al “lavoro”;

– Ogni allievo è unico. Quindi evita di confrontare tuo figlio con altri allievi e i loro coetanei. Potresti pensare che tuo figlio stia imparando dai suoi amici, ma potrebbe funzionare al contrario. Concentrati sulle loro debolezze per migliorarle, ma concentrati anche sui loro punti di forza. Come genitore, lodare tuo figlio potrebbe essere un po’ complicato. Tendiamo ad apprezzarli solo quando ci riescono, ma è più importante apprezzare gli sforzi anche se non ci è riuscito;

– È importante come genitore stabilire contatti regolari con l’insegnante di tuo figlio. Se tuo figlio ha qualche difficoltà di apprendimento o è iperattivo, informa l’insegnante con largo anticipo. Il modo migliore per saperne di più su tuo figlio è interagire con l’insegnante.

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