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Il giorno dopo le Olimpiadi

Cala il sipario sulla XXXII edizioni dei Giochi Olimpici, tenutasi a Tokyo dal 23 luglio all’8 agosto 2021. Doveva essere disputata nel 2020 ma per motivi pandemici l’evento è stato rinviato di un anno, nonostante ciò gli atleti hanno dovuto rispettare dei protocolli molto rigidi per evitare contagi molteplici ed è stata vietata la presenza del pubblico ad assistere alle competizioni.

I presupposti e la cornice non sono stati dei migliori ma, fortunatamente, lo sport ha prevalso su tutto e lo spirito olimpionico era presente ogni giorno, in ogni disciplina e nel cuore degli atleti.

 

Questa edizione passerà alla storia per la prima apparizione olimpica del Karate sul tatami del Nippon Budokan e per omaggiare ciò i Comitati Olimpici Nazionali di non meno di 13 paesi hanno scelto gli atleti di Karate per avere l’onore di portare le loro bandiere alla Cerimonia di Chiusura dei Giochi. L’ampia presenza dei karateka allo storico evento conferma il successo e la popolarità dello sport ai Giochi.

 

La schiera di portabandiera del Karate era guidata dal campione olimpico ed eroe locale Ryo Kiyuna. La medaglia d’oro e nativa di Okinawa ha dominato la competizione di Kata maschile e ha avuto l’onore di prendere la bandiera del paese ospitante durante la cerimonia. Anche Sandra Sanchez è stata selezionata per sventolare la bandiera della Spagna dopo la sua eccezionale prestazione sul tatami e il suo oro nel Kata femminile.

 

Come medaglia d’oro e una delle grandi stelle della competizione, Steven Dacosta si è distinto per la responsabilità di portare la bandiera della Francia durante la cerimonia. Con il Karate che fa appello alla sua permanenza nel programma olimpico, la scelta dell’eroe del Karate Dacosta per rappresentare la Francia all’evento è vista come un grande riconoscimento per questo sport.

 

L’elenco delle medaglie d’oro che hanno portato la bandiera del loro paese all’evento è completato da Jovana Prekovic della Serbia. L’attuale campionessa del mondo ha prodotto una prestazione impressionante nella categoria del Kumite femminile -61kg.

 

Il venezuelano Antonio Diaz aveva fatto la storia di questo sport alla cerimonia di apertura dei Giochi come portabandiera del suo paese. La leggenda del Karate è stata selezionata per l’onore di portare ancora una volta la bandiera venezuelana dopo la sua emozionante esibizione a Tokyo, un ulteriore apprezzamento per la sua memorabile carriera in questo sport.

 

Anche uno degli atleti più esperti nella competizione di Karate, Gogita Arkania ha portato la bandiera della Georgia come sincero riconoscimento per il suo lungo e riuscito contributo al Karate. 

 

Giana Lotfy ha rappresentato l’Egitto all’evento, Mo Sheung Grace Lau è stata selezionata per portare la bandiera di Hong Kong, mentre Abdel Raman Altasatfa ha fatto lo stesso per la Giordania. Le tre atlete hanno firmato prestazioni meritevoli a Tokyo, con tutte medaglie di bronzo, Lotfy nel Kumite femminile -61kg, Almasatfa nel Kumite maschile -67kg e Grace nel Kata femminile.

 

Dopo la sua impressionante dimostrazione nel Kumite maschile -67kg e dopo il suo storico quinto posto a Tokyo, Hamoon Derafshipour ha ricevuto il grande onore di prendere la bandiera del CIO Refugee Team. Il karateka è stato il rifugiato più alto in classifica e ha rivendicato una partecipazione storica ai Giochi.

 

L’elenco delle atlete di Karate alla Cerimonia di Chiusura si completa con la svizzera Elena Quirici che era ad un passo dalle medaglie nel Kumite Femminile +61kg, Alexandra Grande del Perù e la marocchina Btisam Sadini, entrambe in gara nel Kumite Femminile -61kg. Tutte hanno dimostrato non solo l’universalità di questo sport, ma anche la forza della partecipazione delle donne al Karate.

 

Il momento per il Karate di essere uno sport olimpico permanente è arrivato, secondo il presidente della WKF Antonio Espinós. Il presidente della World Karate Federation ha espresso la sua soddisfazione per l’esito dell’evento e ha invitato il Comitato Olimpico Internazionale a riconsiderare la continuità del Karate nel programma olimpico.

 

“Ora è il momento di fare appello alla solidarietà del Cio; è tempo che il CIO mostri un segno di riconoscimento al Giappone e ad uno sport con così forti radici giapponesi; uno sport che ha lasciato un’eredità mondiale della cultura e delle tradizioni giapponesi come risultato del successo dell’evento negli ultimi tre giorni”, ha affermato il presidente della WKF Antonio Espinós. “Così come il Karate ha bisogno delle Olimpiadi, i Giochi Olimpici hanno bisogno del Karate. “

 

Noi di Liberamentekarate.org vogliamo omaggiare questo evento con le sensazioni, le emozioni ed i pensieri di alcuni nostri lettori.

EMOZIONI….OLIMPICHE!!

– Le olimpiadi che abbiamo visto quest’anno saranno indimenticabili perché abbiamo raggiunto il record di medaglie olimpiche ovvero 40 medaglie e soprattutto perché è stato aggiunto il mio sport, ossia il karate (Normando F.)

 

– Il momento per me tanto atteso è arrivato. Il karate alle Olimpiadi è stato un mix di emozioni, ma la cosa più bella è vedere lo sport, che tanto ami e pratichi fin da piccolo, essere trasmesso in tv (Pepe V)

 

– Quest’anno alle olimpiadi è stato presente per la prima volta il karate, ed è stato molto bello vedere tutti gli schemi e le cose studiate in palestra messe in pratica dai grandi atleti a livello mondiale. Tutto questo non ha fatto altro che motivarmi ancora di più (Della Monica V)

 

– Mai come quest’anno inserendo anche il karate nei giochi olimpici le olimpiadi le ho seguite con più interesse. … La vittoria di Busa’ e la medaglia della Bottaro sono state delle sensazioni veramente  emozionanti e commoventi, avevo il cuore a mille!!! mi è sembrato come se quelle medaglie le avessi vinte io.… bello.… bellissimo, mi  hanno dato la carica, la determinazione e la convinzione di impegnarmi e migliorare ancora di più in questa disciplina nonostante la mia età (Tuosto M)

 

– Per chi pratica o abbia mai praticato qualsiasi sport può capire la sensazione di immedesimarsi nell’atleta che si accinge alla competizione. Ecco quindi si possono immaginare le emozioni e le sensazioni di vedere il proprio sport alle olimpiadi per la prima volta e addirittura raccogliere medaglie e salire sul tetto del mondo. Una incredibile storia per me cominciata poco tempo fa ma che grazie anche ai miei Maestri mi ha trascinato in questo fantastico mondo che è l’arte del Karate giusto in tempo per vivere le emozioni olimpiche al massimo! (Saverio S)

– Emozione, adrenalina, speranza, gioia, lacrime, ricordi e nostalgia… Queste sono state le fasi emotive nel vedere finalmente il karate alle olimpiadi. Un sogno per tanti atleti e Maestri che hanno dedicato la propria vita a questo sport… Uno sport che dà e insegna tanto e che meriterebbe più riconoscimento… Impossibile non aver pensato a Lui, il mio Maestro Franco Trezza, nel momento della vittoria dell’oro olimpico… La mancanza è tangibile… il ricordo resta vivo e indelebile… (Siani A)

 

– Svegliarsi alle 3 di notte e seguire le dirette per 12 ore consecutive… lo rifarei un milione di volte!!!! Ho provato un mix di emozioni che a distanza di giorni mi è ancora difficile decifrare, ma ti rendi conto che il karate è la tua seconda pelle, che hai voglia di imparare e migliorare sempre di più osservando i campioni di tutto il mondo. Ho pianto di gioia per ogni prestazione sopra le righe, mi sono emozionato quando vedevo gli atleti varcare l’ingresso e presentarsi sul tatami per il saluto iniziale… i podi?! Sembravano surreali. Ma il mio sguardo era sempre rivolto al mio grande Maestro Franco Trezza, ha lottato tanto per portare il karate alle olimpiadi e sono certo che ha ammirato questo evento in prima fila!!! W l’arte del Karate, W lo sport!!! (Lamberti V)

 

– È stato veramente emozionante perché queste Olimpiadi le ho aspettate tanto, infatti nell’anno in cui non si sono svolte a causa del covid-19 sono stata molto triste. È stato bello vedere l’Italia vincere medaglie, è stato bello vincere una medaglia d’oro ed è stato bello vedere la grinta che hanno messo i nostri campioni e campionesse nei kumite e nei kata. Spero anche io, un giorno, di calpestare quel Tatami (Ria M.)

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